Le mie battaglie
1. PER UNA SANITÀ DI PROSSIMITÀ. UNA REGIONE CHE PONE AL CENTRO LA «CURA»
Mi impegno a promuovere una sanità di prossimità nella provincia di Modena e in Emilia-Romagna, con un’attenzione particolare alle aree interne, dove i Comuni devono recuperare il loro ruolo di aggregazione sociale. Solo con una logica di decentramento, e ponendo al centro i bisogni delle persone e delle famiglie, si possono costruire comunità più coese e sicure.
La sanità pubblica e universalistica non è solo fondamentale per garantire equità e solidarietà, ma rappresenta anche un presupposto per la crescita economica del territorio. Negli ultimi anni, il sistema sanitario della Bassa Modenese ha visto investimenti importanti per rafforzare i presidi ospedalieri. Occorre completare la Medicina d’Urgenza, la Semintensiva, la Dialisi e portare a termine la Casa della Salute di Finale Emilia. Tuttavia, c’è ancora molto da fare: è essenziale ripristinare l’auto medica H24, aumentare i posti letto in Cardiologia e risolvere la questione del Punto Nascita.
Ritengo cruciale investire nelle medicine di gruppo, dotando le strutture di attrezzature adeguate, un’amministrazione efficiente e un collegamento stretto con i servizi territoriali ospedalieri. La salute deve basarsi su un equilibrio tra responsabilità sociale e individuale, con un welfare che includa il volontariato e l’associazionismo, ponendo al centro la Persona.
2. WELFARE. PER UN'ECONOMIA SOCIALE, INCLUSIVA E GENERATIVA
La provincia di Modena deve riconoscere e promuovere un nuovo distretto: quello dell’economia sociale. Questo modello innovativo offre soluzioni ai bisogni, sia vecchi che nuovi, della società. Fondato sulla generatività sociale (collaborazione tra cittadini organizzati, terzo settore, imprese profit e settore pubblico), l’economia sociale ha un grande potenziale per affrontare le crisi economiche. È necessario investire ulteriormente su questa vocazione territoriale, creando posti di lavoro e valore aggiunto. L’obiettivo è sviluppare un Piano d’azione che coinvolga Comuni, Unioni, no-profit, associazioni, cooperative e imprese, per una crescita inclusiva e sostenibile.
Per garantire un’inclusione sociale concreta, dobbiamo riconoscere alle persone con disabilità e fragilità il diritto al lavoro, pari opportunità e piena partecipazione alla vita comunitaria. L’accessibilità deve essere migliorata, eliminando le barriere che ostacolano una piena inclusione. È necessaria una valutazione approfondita dell’organizzazione del territorio, per intervenire in modo sistemico. L’obiettivo è favorire l’autonomia delle persone con disabilità e il loro diritto di scegliere dove e con chi vivere.
Questo percorso si fonda sull’innovazione e sull’economia sociale, con un impegno a collaborare con tutti gli attori coinvolti, per accedere alle risorse regionali, statali ed europee. L’inclusione non deve essere solo un concetto, ma una realtà quotidiana e tangibile.
3. LA SICUREZZA NON SI FA A PAROLE
Migliorare la qualità della vita significa valorizzare le competenze dei cittadini e investire nella formazione continua. Per rilanciare le nostre comunità, dobbiamo aprirci all’Europa e al mondo, utilizzando risorse statali ed europee, puntando sulle migliori risorse disponibili. Trasparenza e legalità devono essere i principi guida, fondamentali per garantire la sicurezza sul territorio.
La sicurezza è una priorità per il centrosinistra, poiché l’insicurezza colpisce in particolare le persone più fragili e le classi meno abbienti. Nonostante la crescente richiesta di sicurezza, lo Stato non ha sempre risposto con la dovuta attenzione. La decisione di Mirandola di uscire dall’Unione ha indebolito il sistema di sicurezza locale, senza portare i vantaggi promessi dall’amministrazione di destra.
Mi impegnerò affinché la Questura di Modena sia finalmente classificata in “Classe A”, decisione che garantirebbe un maggiore numero di agenti e personale sul territorio. Risponderemo con determinazione agli attacchi della destra, che cerca di addossare la responsabilità dei fenomeni criminosi ai nostri amministratori, invece di affrontare le vere cause dell’insicurezza.
4. L’UNIONE DEI COMUNI: UN LUOGO CRUCIALE PER LO SVILUPPO, IN UN RILANCIO DECISIVO PROMOSSO DALLA REGIONE
Gli Enti Locali non devono essere visti come semplici centri di costo per lo Stato, ma come veri e propri laboratori di innovazione politica e amministrativa. È necessario ridefinire il ruolo delle Province e rendere le Unioni dei Comuni più competitive e appetibili. Nonostante la Regione abbia legiferato e destinato risorse per sostenere Unioni e fusioni, molti territori si scontrano con i limiti imposti dalle norme nazionali, bloccando i processi di fusione.
Per rilanciare le autonomie locali, bisogna affrontare il problema delle risorse finanziarie e del personale, sempre più scarse. Le Unioni dei Comuni sono l’ente più adatto a gestire i cambiamenti in corso, ma occorre ripensarne la governance, eliminando sovrapposizioni e migliorando l’efficienza. Solo con una riorganizzazione adeguata sarà possibile affrontare le sfide future e garantire lo sviluppo delle comunità locali.
5. SVILUPPO ECONOMICO E COMPETENZE
Le trasformazioni tecnologiche stanno cambiando il sistema delle micro, piccole e medie imprese (MPI) in Emilia-Romagna, che devono competere a livello globale e rispondere alle esigenze specifiche del mercato. È essenziale sostenere l’innovazione e la sostenibilità, non solo a livello ambientale, ma anche sociale ed economico. Questi aspetti sono cruciali per aumentare il valore e la competitività delle imprese, attrarre investimenti e giovani talenti, e garantire ambienti di lavoro di qualità, in un’ottica di sviluppo sostenibile.
La Regione deve intensificare gli sforzi per garantire la sicurezza sul lavoro, promuovendo una cultura della prevenzione, piuttosto che delle imposizioni, con un’attenzione particolare alle MPI. Occorre un supporto più mirato per le PMI, tramite bandi dedicati e facilitazioni nell’accesso agli incentivi, e promuovendo strumenti come i digital innovation hub e servizi di consulenza per la sostenibilità. Cruciali sono anche il trasferimento tecnologico, la formazione continua e il sostegno alle MPI nelle aree periferiche, dove il presidio sociale è fondamentale per evitare rischi di abbandono e degrado.
Infine, è necessario favorire il passaggio generazionale, supportando sia i giovani che gli over 40 nella creazione di nuove imprese. Particolare attenzione va data alle imprese gestite da cittadini stranieri, promuovendo processi di integrazione e contrastando l’abusivismo.
6. PATTO TERRITORIALE: Un futuro comune per la Bassa Modenese
Il Patto per lo Sviluppo della Bassa Modenese è pensato per costruire un futuro condiviso, immaginando il territorio come una città-distrettuale di 85mila abitanti, con al centro l’innovazione e il sapere. La sua pietra miliare è l’istituzione del biennio di laurea specialistica in Ingegneria Biomedicale, reso possibile grazie al supporto della Fondazione Cassa di Risparmio di Mirandola e della Regione Emilia-Romagna. Questo corso non solo attrae giovani talenti, ma crea un dialogo diretto tra formazione e lavoro, rendendo il settore biomedicale ancora più strategico per l’area.
Il Patto prevede anche lo sviluppo di un Laboratorio Big Data incentrato sulla salute, un progetto che rafforzerà l’innovazione locale. Questi esempi, come nel caso della Mozarc-Bellco, dimostrano l’importanza di un ruolo pubblico forte nell’impulso all’innovazione e alla formazione. Ora, con il supporto regionale, si lavorerà sugli altri assi del Patto per promuovere una crescita sostenibile e valorizzare le competenze locali.
7. MOBILITÀ PUBBLICA: Una rete per tutti
Per preservare le risorse per le generazioni future e sostenere l’occupazione, la mobilità sostenibile è cruciale. I buoni collegamenti pubblici, come tra la Bassa Modenese e Bologna, dimostrano che i cittadini scelgono il trasporto pubblico quando questo è efficiente.
È prioritario investire nella modernizzazione delle linee esistenti, potenziando il trasporto su rotaia e i collegamenti tra Modena e Bologna. Vogliamo una mobilità pubblica moderna, che offra una reale alternativa all’uso dell’auto privata, con servizi puntuali, frequenti e di qualità.
Uno studio di fattibilità, commissionato dalla Regione, rappresenta il punto di partenza per migliorare l’accessibilità e rendere il nostro territorio più sostenibile.
8. VIABILITÀ: Infrastrutture per il distretto industriale
Per lo sviluppo del distretto industriale servono infrastrutture adeguate. La realizzazione della Cispadana non può più aspettare. Le istituzioni locali hanno fatto il possibile, ora spetta al Governo agire concretamente. Se non fosse realizzabile, altre soluzioni dovranno collegare il territorio all’Autostrada A22.
È urgente intervenire sulla Strada Statale 12 per migliorare la qualità della vita a San Prospero con varianti che deviano il traffico dal centro. La tangenziale di Camposanto e il completamento della tangenziale di Mirandola sono altre priorità infrastrutturali, insieme a un studio di fattibilità per il trasporto su ferro delle merci del distretto, migliorando l’efficienza e la sostenibilità logistica.
9. CICLOMOBILITÀ: Sostenibilità su due ruote
La mobilità ciclabile è essenziale per una vita sana e sostenibile. Dobbiamo potenziare la rete ciclabile della Bassa Modenese e completare la Ciclovia del Sole entro il 2025, rendendola una delle più attrattive in Europa.
Un altro progetto fondamentale è la Ciclovia della Memoria, che collegherà le aree colpite dal sisma del 2012, integrandosi con altre ciclovie europee, come la Eurovelo 8 – VenTo.
Vogliamo riportare nel piano regionale progetti come la Ciclovia del Secchia e completare la pista ciclabile fino a Modena, lungo l’asse dell’ex ferrovia Sefta.
10. RICOSTRUZIONE: Terminare il percorso post-sisma
La ricostruzione post-sisma non è ancora completa. È necessario concentrarsi sugli edifici pubblici e di culto, restituendo alla comunità luoghi simbolici. Una rigenerazione urbana che coinvolga sia enti pubblici che privati, e che promuova una vivibilità più inclusiva e sostenibile.
Gli interventi devono comprendere la riqualificazione edilizia e urbanistica, il miglioramento della mobilità, servizi potenziati e soluzioni innovative per adattarsi ai cambiamenti climatici.
11. CASA. Lotta al caro affitti e Piano Casa
Nonostante la disponibilità di numerosi immobili, il problema degli affitti a prezzi accessibili persiste, compromettendo la capacità di trattenere lavoratori, famiglie e studenti. Questo rischio può portare molte persone verso una condizione di precarietà economica, aggravata dall’alto costo degli alloggi. È indispensabile sostenere le Agenzie per la Casa per facilitare l’incontro tra domanda e offerta, consentendo ai proprietari di stipulare contratti di locazione a canoni concordati con l’Unione dei Comuni per tre anni, rinnovabili per altri due.
Sono necessarie risorse e strumenti innovativi per affrontare il problema delle case sfitte e soddisfare il bisogno abitativo. Occorre riaffermare il ruolo centrale delle istituzioni pubbliche nella gestione delle politiche per la casa, concentrandosi su soluzioni abitative che puntino al recupero, alla riqualificazione e alla rigenerazione urbana. Inoltre, è essenziale affrontare il tema dell’accessibilità per garantire i diritti delle persone con disabilità e promuovere un’edilizia residenziale pubblica e sociale inclusiva.
12. SICUREZZA IDRAULICA. La sicurezza parte dai fiumi
Il cambiamento climatico rende indispensabile affrontare il rischio idraulico potenziando la resilienza del territorio. Per farlo, è necessario sviluppare una visione globale sugli investimenti, sia quelli già in corso che quelli futuri, dedicati al nostro bacino idraulico, con particolare attenzione ai fiumi Secchia e Panaro. Bisogna rivedere le strategie di prevenzione del rischio idraulico e attrarre nuovi investimenti per costruire e mantenere infrastrutture idriche, come invasi e condotte, al fine di migliorarne l’efficienza, la sicurezza e l’adattabilità ai cambiamenti climatici.
13. LOTTA AL CAMBIAMENTO CLIMATICO
La legge europea sul ripristino degli habitat degradati (Nature Restoration Law) rappresenta un’importante opportunità per contrastare la crisi della biodiversità e migliorare la resilienza ai cambiamenti climatici. Gli investimenti dell’UE in queste misure saranno cruciali per l’Emilia-Romagna, portando benefici economici significativi. Occorre anche rafforzare la legge regionale sull’uso del suolo e proseguire con il progetto “Mettiamo radici per il futuro” per espandere le aree verdi e combattere il surriscaldamento urbano.
È importante continuare a incentivare la creazione di comunità energetiche rinnovabili, fondamentali per ridurre sprechi e costi energetici e per contrastare la povertà energetica. Le recenti alluvioni hanno dimostrato la fragilità del territorio, richiedendo una strategia di prevenzione condivisa tra tutti gli attori coinvolti. È essenziale potenziare le infrastrutture e prevenire i disastri, affidando gli interventi alle imprese locali.
La sostenibilità deve diventare una priorità per le imprese regionali, con incentivi per l’adozione di standard ESG e tecnologie green, favorendo percorsi sostenibili anche per il rinnovo del parco automezzi aziendale.
14. AIMAG: dei cittadini, per i cittadini
Aimag, una delle principali multiutilities italiane, è un modello di azienda al servizio delle comunità locali. Il suo controllo deve rimanere pubblico per garantire che continui a operare a beneficio dei cittadini e delle imprese del territorio. L’azienda è impegnata in obiettivi rilevanti di transizione energetica e ambientale, investendo su energie rinnovabili, teleriscaldamento, idrogeno e incubazione di start-up ambientali. Le politiche di sviluppo locale richiedono strumenti efficaci, e Aimag deve mantenere un ruolo centrale per sostenere i comuni soci in queste sfide.
15. SCUOLA. Innamorarsi della scuola
La dispersione scolastica è un problema rilevante nel nostro territorio. Le azioni di sostegno mirano a individuare precocemente le difficoltà di apprendimento, coinvolgendo i genitori e offrendo piani personalizzati, incentivi finanziari per le famiglie svantaggiate, superamento del divario digitale e supporto linguistico agli studenti stranieri. Si promuove una scuola inclusiva, connessa al territorio.
Per i giovani tra i 16 e i 30 anni, è fondamentale offrire opportunità di orientamento e formazione con sbocchi lavorativi concreti. È necessario investire in formazione continua e percorsi di riqualificazione per rispondere alle esigenze del mercato del lavoro. Un’analisi demografica e delle risorse disponibili permetterà di rendere gli edifici scolastici centri attrattivi e funzionali allo sviluppo locale.
17. ASILI NIDO. Asili nido: tanti, belli, inclusivi
Per sostenere le famiglie e promuovere l’inclusione, è fondamentale investire negli asili nido comunali. L’obiettivo è garantire un’offerta sufficiente, abbattere i costi delle rette e ridurre le liste d’attesa. Gli asili nido, oltre a svolgere una funzione assistenziale, rappresentano un importante strumento sociale per facilitare il rientro al lavoro delle donne e conciliare vita familiare e professionale.
È necessario aumentare il numero di strutture disponibili e coinvolgere le aziende del territorio, promuovendo l’estensione degli orari di apertura, incluso il sabato. Gli interventi futuri dovranno concentrarsi sulla ristrutturazione degli edifici, con attenzione all’abbattimento delle barriere architettoniche e al miglioramento dell’efficienza energetica, garantendo così spazi accessibili e sostenibili per tutti i bambini.
16. FORMAZIONE
Per sviluppare politiche formative che supportino il sistema economico, è essenziale rispondere in particolare alle esigenze delle micro e piccole imprese. Queste aziende spesso faticano ad adattarsi alle nuove tecnologie e ai cambiamenti di mercato. Bisogna incrementare le risorse del Fondo sociale per aggiornare le competenze lavorative, promuovendo la formazione continua e incentivando la crescita e l’innovazione delle imprese.
È fondamentale offrire percorsi formativi mirati alle micro imprese, con particolare attenzione alla gestione, alla digitalizzazione e all’integrazione delle competenze umanistiche e tecniche. Allo stesso tempo, il programma GOL deve essere potenziato e allineato alle esigenze delle imprese, con l’incentivazione di tirocini e apprendistati, strumenti cruciali per l’inserimento dei giovani nel mondo del lavoro.
Occorre migliorare il dialogo tra istituzioni e imprese per comprendere meglio le esigenze formative, snellendo i processi burocratici e rendendo più efficienti i percorsi formativi. È inoltre cruciale promuovere le competenze artigianali, con misure fiscali che incentivino la formazione nelle aziende, soprattutto nei settori dell’artigianato artistico e della moda, dove la manualità ha un valore unico.
Infine, va incentivata la cultura del lavoro e della formazione tecnica fin dalle scuole primarie, collegando le scuole al mondo delle PMI e offrendo esperienze lavorative ai giovani.